A Casoria un convegno su “Terra dei Fuochi” organizzato dall’Istituto “Torrente” e dalla Parrocchia S. Antonio Abate
VINCERE L’INDIFFERENZA CON LA CONOSCENZA E LA CULTURA
Morlando: “La camorra è una montagna di merda: non permettiamole di crescere”
Un convegno su “Terra dei Fuochi ” organizzato, lo scorso 20 gennaio, dall’Istituto turistico – alberghiero Andrea Torrente di Casoria con il fattivo apporto della Parrocchia S. Antonio Abate. Gremita la Chiesa di studenti del “Torrente”, accompagnati da una rappresentanza del corpo docente, con la comunità parrocchiale del quartiere Duca D’Aosta,fortemente motivati nel proposito di ascoltare e confrontarsi con i i due relatori: Tommaso Morlando, Direttore editoriale del periodico “Informare”, e la signora Marzia Caccioppoli, Presidente dell’associazione “Noi Genitori di Tutti”. Presenti all’Evento, il Dirigente scolastico , prof. De Rosa, e il parroco don Salvatore Piscopo, uniti nel comune obiettivo di formare le coscienze sulla necessità della tutela ambientale per un mondo più vivibile, a misura delle future generazioni, e sull’urgenza di denunciare gli scempi ambientali che continuano a deturpare, devastare e ad avvelenare i nostri territori.
Morlando, al riguardo, ha fornito dati precisi e inoppugnabili: “Nella “Terra dei Fuochi” sono sepolte tonnellate di rifiuti tossici. Dal 2002, Legambiente ha censito 119 inchieste giudiziarie su traffici di rifiuti diretti alle discariche legali e illegali sia nel napoletano, sia nel casertano, con 447 oridinanze di custodia cautelare, 734 denunce e 177 aziende coinvolte. L’ultima operazione giudiziaria risale all’agosto 2019, quando i droni dell’esercito hanno individuato e consentito di sequestrare un deposito abusivo di oli esausti.
Forte la testimonianza della signora Caccioppoli che affianca Padre Maurizio Patriciello, insieme alle altre mamme fondatrici dell’Associazione, nell’impegno di lottare contro il crimine ambientale causato dall’ intreccio perverso in cui sono coinvolti imprenditori disonesti, amministratori pubblici corrotti e soggetti politici conniventi e complici. “ I soci fondatori dell’Associazione “Noi Genitori di Tutti” ha spiegato la signora Marzia “vivono nella cosiddetta “Terra Dei Fuochi” ed hanno in comune il dolore sovrumano di avere un figlio in cielo”: “angeli” colpiti da neoplasie maligne e sottratti, dunque, alla vita, all’affetto dei loro cari per l’aria avvelenata dai fumi tossici che si sprigionano da incendi appiccati ai rifiuti speciali e per le discariche abusive in cui sono stati sversati gli scarti lavorativi smaltiti illegalmente dalle aziende e fabbriche di ogni parte d’Italia, al fine di contenere i costi di smaltimento. Ciò emerge anche dall’ultima relazione della DIA (Direzione Investigativa Antimafia), relativa al primo semestre 2019, in cui si evidenzia la colpevole “azione di aziende di settore che, dopo avere acquisito “sottocosto” i rifiuti dalle società di raccolta, li smaltiscono senza il preventivo trattamento, in capannoni abbandonati, poi dati alle fiamme”.
“Insieme, ha sottolineato Caccioppoli “abbiamo deciso di dedicarci alla denuncia di quanto accade ed è accaduto per trent’anni e di impegnarci a difesa e a protezione dei bimbi che vivono in Campania, tutelando l’ambiente e il diritto alla vita. Costante è il nostro impegno, affinché, sostenuti dai nostri “angeli guerrieri”, agiamo per la nascita e la crescita della cultura “del bambino prima di tutto”, priva di interessi, di profitti, di individualismi e egoismi di ogni tipo. Lo facciamo con loro, i nostri figli, fiori recisi mentre si aprivano al sole della vita, per i figli del futuro.” Donne coraggiose, quindi, capaci di trasformare il dolore materno in amore per i bambini di questa nostra terra martoriata, facendo germinare dal male il bene, dal profondo sconforto la speranza, dall’odio iniziative di giustizia e progetti di solidarietà.
Sia il Direttore Morlando che la signora Marzia hanno puntualizzato che le bonifiche dei terreni che occultano scarti di lavorazione inquinati e perniciosi non si sono effettuate e che finora gli Enti istituzionali preposti si sono limitati a porli “in sicurezza”, ossia a isolarli e a coprirli, aggiungendo che le notevoli quantità di rifiuti sono state raccolte in ecoballe in attesa del loro smaltimento; hanno, inoltre, messo in rilievo che la nuova normativa sugli ecoreati é molto più severa rispetto a quella precedente, ma non è, però, retroattiva, motivo per il quale tutti coloro che si sono macchiati, in passato, di crimini contro l’ambiente sono puniti con pene meno restrittive rispetto a quelle attuali. Il convegno si è concluso con l’appello di Morlando, del Dirigente De Rosa e della signora Caccioppoli ai giovani, esortandoli a informarsi, a leggere e a studiare perché solo la cultura sviluppa il senso di responsabilità per un impegno forte e serio a favore del Bene comune; è il disimpegno sociale, è il voltarsi dall’altra parte, è il chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie, alla contaminazione e alla deturpazione dei territori dell’area nord di Napoli e del casertano a facilitare gli atti abominevoli dei camorristi e degli intrallazzatori contro la natura. “La camorra è una montagna di merda” ha chiosato Morlando “non dobbiamo permetterle di continuare a crescere; i camorristi, per accumulare ricchezza, hanno reso i nostri terreni fertili le pattumiere d’Italia contaminandoli e rovinando la salute finanche dei loro familiari ; altrettanto esplicito e chiaro don Salvatore Piscopo: “L’indifferenza è un grave peccato contro l’amore; abbiate cura del vostro quartiere e della vostra città”.
Ai giovani che hanno partecipato al convegno sicuramente è stata offerta una preziosa opportunità di vivere un’esperienza educativa altamente significativa, che li ha sollecitati a riflettere sul fatto che la giustizia, la trasparenza, l’onestà, la verità, il senso di responsabilità e di cura verso gli altri e il Creato non possono essere parole belle e astratte, ma valori che ci impegniamo a testimoniare, a rendere visibili ogni giorno nel lavoro e nello studio, nei comportamenti pubblici e privati. “Questo è possibile”hanno commentato alla fine alcuni studenti, “se poniamo al centro della nostra vita la cultura della legalità, cioè del rispetto delle regole, del patto di convivenza democratica che ci rende cittadini consapevoli, soggetti di diritti e di doveri”.